Il volto che cambia quando inizi a guarire:
la trasformazione invisibile dei DCA.
La storia di Giorgia.
Prima:
Dopo:
La malattia
È la storia di Giorgia, una storia che non si misura in chili persi o guadagnati, ma nella differenza tra uno sguardo che sopravvive e uno sguardo che torna a vivere. Come accade a tante persone che attraversano un DCA, anche per lei il volto era diventato lo specchio di un dolore che nessuno vedeva davvero. Normopeso, come spesso succede nei disturbi alimentari invisibili, ma profondamente consumata dentro: nelle emozioni, nei pensieri, nell’energia che mancava.
Il cambiamento
La malattia la trascinava nel vortice della bulimia: rituali nascosti, controllo apparente, il peso delle abbuffate e del vomito che segnavano le giornate più del cibo stesso. Eppure, all’esterno, niente che “potesse far pensare”. Il viso sempre più teso, però, parlava chiaro. Agli occhi attenti avrebbe raccontato tutto: la fatica, il buio, la paura.
Prima e dopo
La guarigione nei DCA non è un cambiamento estetico. Non è un prima e dopo “fisico”. È un prima e dopo del volto.
Di come si illumina quando dentro il corpo ricomincia a funzionare, quando la testa smette di urlare, quando il cibo non è più un nemico ma una parte della vita che torna normale.
Chi guarisce dai DCA lo sa: il corpo cambia perché cambia il rapporto con il corpo. Non cambia la forma, cambia la presenza. Gli occhi si aprono di più, la pelle prende colore, il sorriso smette di essere tirato.
«A un certo punto — racconta Giorgia — ho smesso di guardare la bilancia e ho iniziato a guardarmi negli occhi.
È lì che ho capito che stavo tornando a vivere.»
Lo sguardo che si illumina
È il segno più sincero della guarigione: lo sguardo che torna a raccontare la vita invece della lotta.
E questo — più del peso, più delle taglie, più di ogni parametro — è ciò che rende visibile il percorso di chi ce l’ha fatta.
Non un miglioramento estetico, ma un ritorno alla salute.
Non un corpo “migliore”, ma un corpo finalmente libero.
E ora Giorgia che fa? Come sta?
Oggi Giorgia sta bene, e quella luce negli occhi c’è davvero.
Dopo essere uscita dalla bulimia, ha trasformato la sua esperienza in un luogo concreto di aiuto: ha fondato Corabea, il primo centro medico che è anche piattaforma online in Italia specializzata nei disturbi alimentari, dove psicologi/psicoterapeuti e nutrizionisti lavorano insieme ogni giorno per aiutare altre persone a ritrovare la loro luce.
Un percorso integrato, umano, accessibile, che nasce esattamente da ciò che Giorgia avrebbe voluto trovare quando stava male.
Se senti che è arrivato il momento di chiedere aiuto, Corabea è qui per te. Puoi prenotare una call conoscitiva con loro e iniziare a prenderti cura di te.
